VULCANI … FREDDI? NO!

comitato scientifico sezionale

Avete mai sentito parlare delle salse? No, non vogliamo disquisire di pomodori ma di fenomeni pseudovulcanici detti anche “vulcani di fango”.

Con questo testo il professor Enrico Martini ci porta in Appennino: Appennino Modenese, Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano.

Le salse “sono emissioni di acqua fredda e salata, dense o fluide, contenenti fango e idrocarburi soprattutto gassosi, in piccola parte liquidi, provenienti da zone a modesta profondità nella crosta terrestre”.

Non hanno niente a che fare con i vulcani “veri”: a volte, tuttavia, possono ricordarne un poco la forma.

E non hanno niente a che fare nemmeno con i fenomeni vulcanici secondari (solfatare, fumarole, geyser, …): “questi ultimi sono la conseguenza del lentissimo raffreddamento di un magma imprigionato nella crosta terrestre”.

Le salse – ci spiega nell’articolo il professor Martini – sono fenomeni rari che, qua e là, compaiono in varie zone del nostro Paese. Quelle di Nirano sono le più belle, estese e scenografiche”.

Alla salinità molto elevata delle acque che fuoriescono dalle salse consegue la creazione di ambienti particolari dovuti all’allignare di specie quali la Puccinellia palustris.

Buon viaggio con questo articolo divulgativo dell’Amico Enrico: con questo scritto il Comitato Scientifico Sezionale Vi augura buona estate!

Buona lettura!
Francesca Fabbri

 

VULCANI … FREDDI? NO!

Enrico Martini

I luoghi: Emilia-Romagna, prime colline dell’Appennino Modenese. L’argomento: la Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano.

Istituita nel 1982, la Riserva si estende su una superficie di 207 ettari, tra 140 e 308 metri sul mare. L’area di maggior pregio, quella che ospita le salse, misura circa 10 ettari ed ha una quota compresa tra 200 e 220 metri sul mare. Il Comune che ospita la Riserva è Fiorano Modenese, la Frazione Nirano. Sono stati tracciati otto percorsi escursionistici; il primo e più importante è il giro delle salse; durata: un paio d’ore. Sono stati creati un Centro Visite (“Ca’ Tassi”) e un Ecomuseo (“Ca’ Rossa). Nelle adiacenze delle salse è situato un’ottima trattoria; altre si rinvengono in zone un pochino più distanti.

Dall’Atlante stradale e turistico del Touring Club Italiano, “Italia Nord”, 2019-2020

Le salse: di che si tratta? Sono emissioni di acqua fredda e salata, dense o fluide, contenenti fango e idrocarburi soprattutto gassosi, in piccola parte liquidi, provenienti da zone a modesta profondità nella crosta terrestre.

Alcuni milioni di anni fa, sul fondo di un antico Mare Adriatico, si accumularono tonnellate di sedimenti portati dai fiumi, divenuti rocce perché schiacciati dalla massa di ulteriori accumuli depositatisi successivamente; acque del mare, arricchite da idrocarburi, rimasero imprigionate sotto rocce di più recente formazione; al giorno d’oggi tendono a salire in superficie attraverso fratture della porzione superficiale della crosta terrestre, soprattutto faglie.

Il dolce paesaggio collinare della Riserva

Le “salse” vengono chiamate anche “vulcani di fango”; rientrano nei cosiddetti “fenomeni pseudovulcanici”: non hanno alcun collegamento con le strutture ben note che emettono lava ad alta temperatura; l’unica modestissima somiglianza con i vulcani consiste nel fatto che questi accumuli, se il fango è denso, possono formare piccoli coni sulla cui sommità si può generare, con la fuoriuscita di fango e gas, una conchetta crateriforme.

 

Un esempio dei percorsi attrezzati per la visita alla Riserva

Due tipici vulcani di fango

Se il materiale giunto in superficie è fluido, si ottiene non un cono bensì una struttura a forma di ciottola svasata (l’equivalente di un piatto in cui si mette la pietanza che va portata in tavola); una struttura del genere viene definita “polla”. Ovviamente i coni sono assai più scenografici. Queste sorgenti di acqua salata e fangosa ospitano spesso vistose bolle formate da miscele di gas, soprattutto metano (in una percentuale compresa tra 90 e 98%), sempre a temperatura ambiente. Il metano è il più semplice degli idrocarburi gassosi: la sua molecola è formata da un atomo di carbonio legato a quattro atomi di idrogeno: un gas ottimo combustibile (a differenza dei combustibili derivati del petrolio, non contiene zolfo, ossidi di azoto, però, sì); il metano è in grado di determinare un “effetto serra” nell’atmosfera, ben più micidiale di quello generato dall’accumulo di anidride carbonica (circa 200 volte maggiore).

Perché l’acqua è fangosa? Perché, salendo, attraversa sedimenti argillosi e ne asporta in quantità, mantenendoli in sospensione. Fuoriuscendo possono così formarsi i coni già citati ed anche colate di decine e a volte centinaia o migliaia di metri quadrati.

Data l’elevata salinità delle acque che fuoriescono, intorno alle salse, ma anche ad una certa distanza, si sono creati ambienti particolari che ospitano un corteggio floristico tipico, piuttosto, delle paludi salmastre costiere. La specie più nota è la Puccinellia palustris (“gramignone marittimo”, in italiano), presente nelle paludi salmastre dell’alto Adriatico (almeno in quelle ancora esistenti) ma vivente pure in quest’area estremamente caratteristica dell’Appennino Modenese; si tratta di una poacea (una graminacea, quindi).

Ben poco appariscente, la Puccinellia forma però cespi molto compatti che vivono bene negli ammassi di fango umido o disseccato.

A generare la salinità concorre soprattutto il cloruro di sodio, NaCl (il più abbondante anche nell’acqua di mare); la presenza salina è compresa tra 10 e 20 grammi/litro.

I fenomeni pseudovulcanici come le salse sono ben diversi dai fenomeni vulcanici secondari (solfatare, fumarole, geyser, soffioni boraciferi, sorgenti termali e così via): questi ultimi sono la conseguenza del lentissimo raffreddamento di un magma imprigionato nella crosta terrestre.

Le salse sono fenomeni rari che, qua e là, compaiono in varie zone del nostro Paese. Quelle di Nirano sono le più belle, estese e scenografiche.

Numerosi pannelli didattici sono inseriti lungo i percorsi della Riserva.

Purtroppo il luogo risulta frequentato, si spera occasionalmente, anche da possessori di cervelli disabitati.

 Chi volesse documentarsi approfonditamente sulla Riserva può richiedere all’Ufficio Parchi e Riserve della Regione Emilia-Romagna un opuscolo (testo in italiano e in inglese), corredato di 12 fotografie, una cartina, notizie sul Centro Visite e sull’Ecomuseo, e dell’indicazione di otto percorsi escursionistici e di quattro percorsi didattici. Eccone la copertina …

Il Comune di Fiorano Modenese, nel cui territorio si trovano le salse di Nirano, ha dato alle stampe nel 2003 un libro di grande formato, curato dal professor Carlo Gorgoni, che mi è stato dato gentilmente in omaggio: ho potuto apprezzarne sia il testo (78 pagine, di facile lettura anche per chi non conosca la materia), sia le ricche e numerose illustrazioni (176, soprattutto fotografie). Chiude la pubblicazione una serie di ulteriori 22 immagini realizzate da Luciano e Augusta Callegari che lasciano letteralmente a bocca aperta il lettore, dimostrando, se ancora ve ne fosse bisogno, la straordinarietà di questo lembo di Appennino.

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