Da qualche giorno è in edicola il nuovo libro di Renato Cresta, il maestro dei maestri di nivologia: “NEVE – Compendio di nivologia” – Mulatero Editore.
Il testo è diviso in tre parti: la neve, l’ambiente naturale e l’ambiente umano.
Con linguaggio scientifico e chiaro il Capitano Cresta ci introduce nell’affascinante e magico mondo della neve, dei suoi fiocchi e dei suoi cristalli: e siccome “c’è neve e neve, proprio come c’è vino e vino”, il nivologo genovese ci racconta delle diverse nevi dei monti d’Italia, della formazione del manto nevoso e dei suoi metamorfismi, delle varie tipologie di valanghe.
La seconda parte, dedicata all’ambiente naturale, inizia con un capitolo sulla “teoria dei tetti”: “Osservare il comportamento della neve sui tetti delle case di montagna per comprendere i fenomeni che si producono sui versanti delle montagne in funzione di orientamento, inclinazione, morfologia, scabrezza, eccetera” ci spiega l’autore, e non servono altre parole per interessare chi ci legge!
Ampio spazio è dedicato al vento e ai suoi effetti tanto artistici quanto pericolosi sul manto nevoso.
La terza parte del libro è dedicata all’ambiente umano: noi! Come si prepara un’escursione, come funziona il processo decisionale, cosa sono le trappole euristiche e le nostre errate percezioni del rischio, a cosa serve il bollettino valanghe, come eseguire alcune prove di stabilità del manto nevoso e come agire la prevenzione per quanto possibile.
Lo stile del Cresta è scorrevole e piacevole e a tratti leggendo le sue descrizioni sembra di vedere quello che ci sta raccontando: le sue parole attente e rispettose per l’ambiente naturale ricordano un po’ lo stile di Mario Rigoni Stern e dalle loro parole emerge lo stesso senso di appartenenza alla natura.
In conclusione, l’autore si congeda così: “amico lettore, mi dispiace per non essere stato capace di svelarti la formula magica che ti permette di lanciarti lungo un pendio senza correre alcun rischio ….. nelle tue gite sarai solo tu il responsabile delle tue decisioni …tu dovrai osservare l’ambiente, catturarne le peculiarità, riconoscere gli indizi, ragionare in base alle evidenze, anticipare le conseguenze, essere capace di prevedere il peggio per evitarlo”.
Regaliamoci e regaliamo questo piacevole prezioso libro e mettiamocela tutta per goderci la montagna innevata riducendo al minimo i rischi che l’ambiente comporta: leggiamo i bollettini nivologici, addestriamoci all’uso di artva sonda e pala e …. frequentiamo corsi CAI!
Buona lettura e buona montagna innevata!
Francesca Fabbri
Istruttore Tecnico del Distacco Artificiale – CAI SVI