Auld lang syne

I racconti di Renato sono uno più bello dell’altro: il “genovese di Macugnaga” ha la capacità di prendere il lettore per mano e condurlo nel passato per poi riportarlo nel presente, ricco di pensieri, parole, emozioni, sogni e ricordi.

E’ bello avere un album di cari ricordi da rivivere e da raccontare, raccontandosi.

Ed è bellissimo avere un pubblico di Soci Cai che non vede l’ora di leggere racconti e “cose” che parlano di montagna, sogni, ricordi… che parlano di quella incomprensibile magia che chiamiamo vita.

Grazie Renato per averci “adottato” come pubblico: leggendoti per un poco mi pare di essere lì a Macugnaga davanti al caminetto che scoppietta.

Buona lettura!
Francesca Fabbri

Ricordo

“Impronta di una singola vicenda o esperienza o di un complesso di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente dalla memoria, con più o meno intensa partecipazione affettiva: i vecchi vivono di ricordi.

Questa è la definizione di ricordo che ho trovato sul dizionario e ciò che mi ha colpito non è stata la definizione, ma l’esempio. Sì, è vero: da giovane portavo in spalla uno zaino pieno di sogni, alcuni si sono realizzati, molti sono volati via. Adesso che sono vecchio ho sulle spalle uno zaino pieno di ricordi.

Ma cosa sarebbe stato della mia giovinezza se non avessi avuto sogni? Cosa sarebbe della mia vecchiaia se non avessi ricordi?

Auld lang syne

Ancora una volta mi siedo accanto al camino e mi chino sopra un album di fotografie che sfoglio lentamente e, pagina dopo pagina, riappaiono immagini del tempo passato.

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”, ha detto Cesare Pavese ed infatti ognuna di queste immagini riproduce un istante, un attimo della mia vita, ma trovo incredibile che ne fermi circa un centesimo di secondo, giusto il tempo dello scatto, e che quella minuscola frazione di secondo fissata sulla pellicola abbia l’effetto di rievocare un evento durato ore o giorni.

Ma, continuo a pensare, è proprio per questo che ho cercato di fissare in immagini gli eventi della mia giovinezza, per poterli rivivere anche quando la memoria farà fatica per ricostruire molti momenti del mio tempo lontano.

E sotto gli occhi mi passano panorami di monti noti e sconosciuti, ritratti di vecchi amici con i quali ho vagabondato insieme per i monti, con i quali ho camminato fino ad essere stanco. Qualche volta abbiamo raccolto fiori selvatici: mi ricordo di quella volta che, di ritorno dal rifugio Migliorero, siamo finiti in un grande prato umido, bianchissimo di narcisi e di quell’altra volta in cui siamo saliti al Mongioie ed i prati sopra Viozene erano bianchi di stelle alpine. Erano minuscole, corte di gambo, ma i prati erano bianchi come se fossero coperti da neve. E il panorama era impagabile, montagne tutt’intorno, ma lontane, per lasciarti spazio, per non soffocarti e, all’altro lato, un poco soffocata dalla foschia, la lontanissima Corsica.

Eravamo in vetta, eravamo giunti lassù per “guardare” e non sapevamo da che parte guardare perché ovunque si volgesse lo sguardo si restava incantati.

Should auld acquaintance be forgot
And never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot
And the days of auld lang syne?

Nella mente sento risuonare la prima strofa di una canzone scozzese comparsa a stampa nel 1712, quand’era già vecchia, forse, di almeno duecento anni. Un motivo che si perde nella notte dei tempi, pare che la musica sia stata composta da Davide Rizzio, un compositore italiano del ‘500 mentre le parole sembra che siano frutto di una poesia dello scozzese Robert Burns, fine ‘700. Sta di fatto che gli scozzesi hanno monopolizzato la divulgazione tradizionale di questo brano musicale, mentre Hollywood si è preoccupata di inserirlo in tutte le scene “strappalacrime” di vecchi film in cui occorreva suscitare commozione per un addio.

Una delle scene più note nelle quali la colonna sonora è affidata alle note di Auld lang syne è quella del film Il ponte di Walterloo, in cui Roy Cronin (Robert Taylor) ricorda, in un lungo flashback, la sera precedente la sua partenza per il fronte della 2a Guerra Mondiale, la sera trascorsa con Myra (Vivien Leight) e la loro promessa d’amore. Ma le cose vanno diversamente e non si ritroveranno perché Myra muore tragicamente.

Ascoltatela, siete sorpresi?

Ma questo è il Walzer delle candele!

Si, avete ragione, la musica è proprio quella, ma le parole originali sono molto diverse, ne riporto alcune strofe, come sono stato capace di tradurle, cercando di rispettare il testo originale, evitando gli “arrangiamenti” che sono stati necessari in molte traduzioni per permettere la “cantabilità” del motivo.

La prima strofa è la traduzione di quella scritta avanti.

Il vecchio tempo passato

Dovrebbero le vecchie memorie essere dimenticate e mai richiamate alla mente?
Dovrebbero le vecchie memorie essere dimenticate e i giorni del tempo ormai passato?
……

Abbiamo camminato insieme per i monti e colto fiori selvatici
abbiamo vagabondato fino ad essere stanchi sin dai bei tempi passati

.……

Prendi il tuo boccale di birra e io prenderò il mio
Faremo un brindisi per ricordare con affetto i giorni ormai trascorsi.

 

Questo mi dice la canzone che suona nella mente mentre io sfoglio i miei fogli d’album ed osservo foto che sono memorie, sono ricordi di amici scomparsi da tempo perché deceduti o perché svaniti quando le nostre strade si sono separate.

Vorrei davvero alzare con loro un bicchiere di vino, oppure un boccale di birra e brindare

…  Ai vecchi bei tempi, amico caro
Ai vecchi bei tempi
Alzeremo ancora una coppa di amicizia
Ai vecchi bei tempi …

Vedo i compagni di un tempo che si levano dalle fotografie: sono tutti davanti a me e li vedo venirmi incontro sorridenti come ai vecchi bei tempi … ma le loro mani non riescono a sollevare il bicchiere ed io devo bere da solo.

Ebbene, berrò da solo, berrò alla vostra salute, amici miei, berrò ai bei tempi lontani, berrò alla fortuna che mi ha permesso di viverli insieme a voi, alla fortuna che, nonostante gli anni, mi concede di ricordare ancora voi ed i bei tempi lontani.

Renato Cresta

Macugnaga, Marzo 2023

 

 

 

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